domenica 28 febbraio 2010

La folie du Chocolat


Questa mattina sono pervasa da una strana euforia: che sia il cioccolato?
Al tempo delle brioche, avanzò più di mezzo panetto di lievito di birra, ingrediente abbastanza inconsueto per il mio frigo, e ne ho così approfittato già il giorno dopo (prima che scadesse, povero piccolo panetto).
Prima di partire per Ischia sono andata in giro per il corso assieme a zia, e tappa obbligatoria è stata la Feltrinelli a Largo Argentina (la mia favorita <3). L'odore di libri era intenso, ma uno in particolare mi chiamava a se.
I libri sanno tutto, sapeva che un giorno sarei venuto a prenderlo e l'avrei portato via con me; magari ne era cosciente sin da quando era ancora sotto forma di albero...sapeva che una minima parte della sua imponente corteccia sarebbe tornata a me sotto forma di 338 fogli profumati...è Chocolat di Joanne Harris.

Raramente gli editori carpiscono qualcosa dell'essenza di un libro, ma stavolta son stati capaci di cogliere un barlume di questa e l'hanno trasmessa sul retro-copertina in una citazione di una giornalista di Donna Moderna:

"Un libro che odora di dolci e di zucchero..."

Nessuna frase è più azzeccata. Nello sfogliarlo avvertivo gli effluvi del cioccolato pervadermi la mente e conforndermi, sentivo il tintinnare delle porcellane nella credenza, il suono del campanello sulla porta che si apriva...una magia avvincente. Di tutte le frasi del libro, vai a capire perchè mi è rimasta impressa quest'immagine, questa cosa apparentemente insignificante:

"Anouk non aveva ancora finito la colazione, la ciotola gialla di chocolat au lait e mezzo croissant sul banco di fronte a lei. [...] Dato che pensa che io non stia guardando, sfila alla chetichella un topo di cioccolato dall'esposizione e lo spinge in mezzo alla sua pasta per renderla simile ad un pain au chocolat."

E così pain au chocolat fu:

Pain au Chocolat

Ingredienti:
- 250 g farina 00
- 200 ml latte
- 100 g burro
- 90 g cioccolato fondente
- 15 g lievito di birra fresco
- 1 cucchiaino di sale
- 30 g zucchero
- 1 tuorlo
- 1 cucchiaio d'olio di semi

Preparazione:

1° fase: preparando l'impasto...

Intiepidite il latte su fuoco dolce fino al raggiungimento di circa 40°. In un bicchierino di latte tiepido sciogliete il lievito assieme ad un cucchiaio di zucchero e fatelo riposare 10 minuti.
Allo scadere di questi impastate la farina con il restante latte, il lievito ed il rimasuglio di zucchero; aggiungete olio e sale e lavorate la pasta per circa 15 min fino ad ottenere un composto omogeneto. Formate una palla ed incidete un taglio a croce sulla superficie; coprite e lasciate riposare per 2 h.

2° fase: pensavate di aver già finito??? Magari!!!

Sgonfiate la pasta e lavoratela per altri 10 minuti, per poi formare di nuovo la palla, incidere il taglio e lasciar riposare per altre 2 h coperta.

3° fase: mettiamo il burro

Lavorate brevemente la pasta e stendetela con un mattarello cercando di formare un rettangolo che abbia lato maggiore 3 volte più grande di quello minore (così per non confondermi ho fatto appunto un rettangolo 10 cm x 30 cm).
Dividete il burro freddo in tre parti; prendetene una e tagliatela a fiocchi su 2/3 della superficie della pasta lasciando 1 cm di bordo pulito ovunque. Piegate la parte senza burro verso il centro e a sua volta piegate l'ultimo terzo anch'esso verso il centro. Premete i bordi con il mattarello così da sigillarli e stendete delicatamente la pasta. Procedete allo stesso modo con la seconda parte del burro e così con la terza ripiegando sempre la pasta a portafogli.
Piegate la pasta a metà, avvolgetela con la pellicola e lasciatela riposare in frigo per 1 h così da ridare struttura al burro.

4° fase: e il chocolat???

Tirate fuori dal frigo la pasta e stendetela in 2 rettangoli circa 30x15 cm, che a loro volta andrete a suddividere in quattro rettangoli 7.5x15 cm. Spezzettate il cioccolato e distribuitelo in parti uguali sul lato corto di ognuno dei rettangoli. Arrotolate i panetti e sigillatene i bordi.
Sistemate i pani su una teglia ricoperta di carta forno ad una certa distanza gli uni dagli altri e lasciateli lievitare 1 h così da far raddoppiare il loro volume (lo so è dura...ma ormai manca poco non demordete!!!).

5° fase: in fornoooooo!!!

Spennellate i pani con una miscela di latte e tuorlo (più latte che tuorlo in una proporzione circa 1 tuorlo : 25 ml latte) ed infornate a 200° per circa 20 min.
Se li mangiate subito, mangiateli tiepidi; se li consumate entro 3/4 giorni chiudeteli in un sacchetto di plastica e lasciateli in frigo, riscaldandoli prima di ingurgitarli ;D.
Infine se meditate di non consumarli a breve, chiudeteli in sacchetti di plastica e metteteli in congelatore; la sera prima di farne uso mettete in frigo a scongelare.



La ricetta l'ho prsa da Cucina Moderna ORO di marzo, però sarebbe stato bello trovarla raccontata nel libro...invece lì descriveva solo come venivano gustati °ç°. Prossima lettura culinaria? Afrodita di Isabel Allende.

mercoledì 24 febbraio 2010

Le Brioche del Bar Calise


"A Ischia la pasticceria è Calise"



Così urla il tovagliolo asseppiato sul fondo del sacchetto di carta. Apro il sacchetto ed una zaffata di arancia, odore di forno, pasta soffice e spumosa, mi colpisce in pieno viso. Arrossisco dal piacere...già so cosa mi aspetta. Questo tesoro ha fatto molta strada. Eravamo io e la mammà sulla banchina del porto, e come promesso da lei ci dirigiamo verso il Calise, entriamo, e comincio pregare che ci sia...lei...la mia dolcezza.
Mi dirigo verso il fondo del bar e guardo intimidita il barista. Improvvisamente ho 5 anni, un peluche in mano, e i rossi boccoli che mi cadono sulle spalle.

"Buongiorno...scusi, potrei avere una brioche e due caffè"

"Croissant o brioche?"

"No no la brioche"

"La mangi qui o la porti via?"

E' fatta!!! Rispondo che la mangio subito, me la scalda, ed infine mi posa un piattino davanti agli occhi. Mi illumino. Sorso di caffè, e afferro il ciuccio della brioche; lo stacco, e la pasta geme di un dolce caldo dolore. Mia madre mi guarda con un sorriso malizioso stampato in faccia...

"Ne vuoi una da portare a casa?"

Sa già la risposta.

La maga (a mio parere) delle paste, è su internet, e si chiama Anice&Cannella. Lei conosce questo dolce e l'ha anche realizzato. I suoi sono dieci volte più belli e scommetto anche più buoni; io poi come al solito ho fatto qualche disastro perchè coi lievitati dolci proprio non ci so fare ed inoltre ho sbagliato a regolare la temperatura del frigo (quello vecchio si regolava in base alla temperatura, quello nuovo in base alla potenza, ed io ovviamente non ne ero a conoscenza quindi invece di alzare la temperatura l'ho abbassata...la pasta lievitante si è quasi congelata T_____T).
E' una vera ammazzata prepararli, però se avete un po' di tempo ne vale la pena...i miei anche coi pasticci che ho fatto hanno un sapore favoloso, quindi figuratevi se li fate voi quanto possono venir buoni!!!

Le Brioches col tuppo

Ingredienti:
- 375 g farina manitoba (io ho usato quella integrale di grano duro tipo 0 biologica, basta comunque una farina forte credo)
- 125 g farina 00
- 75 g zucchero
- 100 g burro (di cui 30 fuso)
- 5 g sale
- 6,5 g di lievito di birra
- 220 ml di latte freddo
- 10 g di miele
- 2 uova grandi a pasta gialla
- 1/2 baccello di vaniglia
- 2 arance

Preparazione:

1° fase: al mattino

Setacciare bene le due farine in una terrina.

preparate un lievitino: portare quasi al bollore 150 ml di latte insieme a 1/2 bacca di vaniglia ( a cui precedentemente avrete raschiato i semi), lasciar raffreddare e far sciogliere nel latte 4 dei 6.5 g del lievito. Mescolate in un barattolo a chiusura ermetica il latte lievitato e vanigliato con 75 g di farina presa dal totale e insieme alla buccia grattata di una arancia precedentemente messa in freezer per circa 1/2 ora.
Chiudere il barattolo e mettere in frigo a 5° circa; qui ho fatto il casotto ed inoltre Anice specificava di non abbassare assolutamente la temperatura...che sciocca che sono.

2° fase: alla sera

Togliere il lievitino dal frigo e versarlo nella terrina della farina; sciogliere in 50 g di latte il miele e i restanti 2.5 g di lievito, infine aggiungerlo alla farina; man mano che impastate immettete le 2 uova una alla volta, il sale, lo zucchero e la buccia grattata dell'altra profumatissima arancia (la mia cucina sembrava un frutteto per tutto quel profumo d'arancia).
Mescolare bene e spostare l'impasto sulla spianatoia dove comincerete a lavorarlo a mano (o con impastatrice o mdp). Aggiungere i 75 gr di burro freddo a piccoli fiocchi e per ultimo i 30 gr fuso ma raffreddato.
Impastare molto bene per circa 20/25 min finchè facendo un taglio sull'impasto questo resta omogeneo all'interno.
Coprire con pellicola l'impasto e lasciar riposare a temperatura ambiente per 40 min ed infine mettere in frigo tutta la notte a 6/7° (qui ovviamente ho abbassato ancora di più la temperatura...più ci penso più rosico).

3° fase: al mattino

Tirate fuori l'impasto dalla cella frigorifera (ahahahahah!!!) e fatelo scaldare a temperatura ambiente circa 1 ora.Lavorate con mano leggera facendo le pieghe del secondo tipo di questa pagina (consigliate da Anice, è un altro blog interessantissimo fateci un giro), coprite e fate riposare l'impasto circa 20/30 min.

Preparare delle forme da 75 g per le brioches e da da 15 g per il tuppo e formare delle palline; fate un'apertura sulla pallina più grande e adagiatevi la pallina più piccola (il tuppo, che in francese sarebbe tupè, ovvero la crocchia...carino, no?)

Sistemare le brioscine nella teglia coperta di carta forno e pennellate di una miscela di tuorlo e latte (circa 2 tuorli per 50 ml di latte). Far raddoppiare le brioscine, ci vorrà da 1 ora e 1/2 a 2 ore e 1/2, dipende dalla temperatura.
Pennellare di nuovo con la miscela di latte e tuorlo e infornate a 190° per circa 20 min o almeno finchè non avranno fatto una crosta marroncino-dorata sulla superficie.

Sono ottime farcite di gelato, ma io le amo così come sono...magari immerse in un mare di latte e caffè. Al pensiero che domattina ne gusterò un'altra già sono in paradiso.



domenica 21 febbraio 2010

Racconti attorno ad una Pastiera Napoletana




din-din-dan din-din-dan din-din-dan...

Le campane della chiesa di St. Antonio suonano vivaci segnalando il raggiungimento delle 8 del mattino; l'isola d'Ischia comincia ad aprire gli occhi: prima uno, il sole lo abbaglia così lo richiudono, provano ad aprire l'altro, stessa storia, tanto prima o poi dovrai alzarti...

Quand'ero piccola mi soffermavo spesso a guardare le campane dalla finestra della veranda, e rimanevo incantata all'ascolto di quel suono limpido e ricco...una volta si muovevano anche, le ricordo dimenarsi nell'aria per cercare di raggiungere il cielo; ma un giorno le hanno fermate, ed ora anziane si limitano ad ascoltare il ricordo del loro stesso squillare.

Io abito proprio dietro la chiesa di St. Antonio, alla fine della salita, a destra dell'edicola di Pierino, prima del bar la Violetta ed a sinistra dell'uscita posteriore della Pineta. La mia infanzia è trascorsa per molti mesi in questi lidi, in queste spiagge con gli amici del mare che vedi una volta all'anno e che poi, con gli anni che passano, se incontri per le strade del ponte, fai finta di non riconoscere...chissà poi perchè? Cosa c'è di male nel salutarsi ed avere un micro-flashback di un'estate passata insieme a vendere chincaglierie sul bordo della strada su un mercatino delle pulci improvvisato e traballante. Forse perchè una ha già due figli, un'altra ha perso il padre, ed un altro ancora lavora già da un paio d'anni...eppure ai miei occhi siamo sempre gli stessi: dei bambini che si rincorrono, esausti dopo una lunga giornata di mare.

din-don-din-dan din-don-din-dan din-don-din-dan...

Le 8.15...forse dovrei incominciare a prepararmi, dato che tra qualche ora devo andare a prendere il traghetto, però detto tra noi, non mi va per nulla di alzarmi dal letto caldo, buttarmi sotto la doccia gelida e ritrasformarmi della vent'enne che sono...con voi posso concedermi di rimanere bambina ancora per qualche minuto.

In realtà spero di poter fare un ultimo giro al castello prima di partire, anche se ormai ci andiamo ogni giorno, ma dopotutto cos'altro dovremmo fare? Non c'è molta scelta...
Il castello Aragonese risale addirittura al 474 a.C. ma il nome così ridondante lo prende solo nel 1441 da Alfonso d'Aragona che ha fatto edificare il ponte che lo collega all'isola, e sul quale io cammino tutti i giorni. E' il luogo che preferisco in assoluto di tutta l'isola: il ponte con l'annesso castello...è il più romantico probabilmente. Sono talmente fortunata da abitarvi a due passi, e ogni volta che vengo mio nonno ad un certo punto della giornata se ne esce con la solita frase: "Vogliamo andare a vedere se il castesso sta ancora lì?", dato che nella mia mente di bambina le mareggiate potevano portarselo via a loro piacimento. Quest'anno non l'ha detto...sarà perchè sono venuta d'inverno...


Comunque il castello cambia faccia ogni volta che vengo; ho un biliardo di foto dalle inquadrature più disparate, ma ogni volta che mi metto a guardarle mi soprende con un un particolare che non avevo notato o con un'ombra che non aveva fatto mai prima; con i colori dell'inverno sembra addirittura tutto un altro edificio, col mare scuro e non più cristallino come quello estivo, che lo abbraccia e lo tiene a se come ne andasse della sua stessa vita. E' uno spettacolo meraviglioso ed inquietante al tempo stesso...

Semmai dovessi trovare quello giusto, questo sarà il primo posto dove lo porterò, e dove gli racconterò tutta la mia giovinezza passata a urlare allegramente per quelle vie articolate, o a gustare passeggiando coi nonni l'ambito gelato verde (quello al pistacchio), o a torturare nel giardino di casa i gatti di zia.

Altro luogo memorabile dell'isola è la Chiesa del Soccorso a Forio...non ci vado spesso, ma quelle poche volte, ci vado sempre all'ora giusta: il tramonto. Essa si estende sul mare come volesse tuffarsi in acqua dal trampolino dove siede. Dà le spalle al mare ed al sole che tramonta, e così sembra che loro per dispetto la vogliano trascinare in acqua, così ride e non si lascia catturare così facilmente. Giocano questa interminabile danza ogni giorno...e pensare che io l'ho vista solo tre o quattro volte nella mia vita...potrei goderne tutti i giorni...

Altra tradizione non ancora smentita: la brioche dell'ultimo giorno. L'ultima mattina che io ed i miei soggiorniamo ad Ischia, papà oppure io e lui insieme, ci andiamo a comprare le paste per la colazione al bar la Violetta o al Calise e come da copione io mi scelgo due belle brioche di quelle siciliane col tuppo (tupè in francese, la crocchia) che io chiamo ciuccio: una per quella mattina stessa, e una da portarmi a casa a Roma e gustarmi il giorno dopo a colazione immersa in un tazzone di latte e caffè.



Adesso potrei raccontarvi di mio nonno, che in mare giocava con me prendendomi i piedi e spingendomi simulando un carrello, e gridava ciuf ciuuuuuf; oppure potrei dirvi di mio zio, che spaccava le albicocche a metà e se le metteva sui bicipiti dicendomi che se le avessi mangiate avrei avuto dei muscoli così; oppure lodarvi le doti culinarie di mio padre che puntualmente ogni sera d'estate si mette al barbecue per la braciata di pesce; o magari dirvi di quella volta che abbiamo "scalato" il monte Epomeo (il vulcano assopito che troneggia nel mezzo dell'isola) e ci siamo infine rifocillati nel ristorantino che sta a metà della traversata col tradizionale coniglio all'ischitana...ma forse non vi racconterò nulla di tutto questo, forse lascerò correre queste sciocchezze, perchè di sciocchezze si trattano, e mi metterò invece a descriveri la preparazione del dolce napoletano per eccellenza.
Naturalmente ci saranno in giro mille ricette della Pastiera, ed ognuno pensa che la sua sia speciale, come è bene che sia. Questa è quella di mia nonna e ve ne faccio dono con tutto il cuore.

La Pastiera di Nonna Giannina

Ingredienti (per circa una pastiera grande ed una piccola):
per la frolla:
- 3 uova intere
- 2 tuorli
- 1 e 1/2 cucchiaio di sugna (detto più comunemente strutto)
- zucchero q.b. (io ne ho messo 1 e 1/2 cucchiaio)
- farina q.b.
per la crema:
- 1/2 l latte
- 3 tuorli
- 6 cucchiai di zucchero (circa 100 g)
- 3 cucchiai farina
- buccia grattuggiata di 1 limone
per il ripieno:
- 1/2 l latte
- 1/2 kg grano pre-cotto
- 1/2 kg ricotta
- 300 g zucchero
- 6 uova
- cannella in polvere
- cedro candito a tocchetti
- aroma millefiori
- vanillina

Preparazione:

fase 1: preparare la crema particcera

In una casseruola riscaldare il latte (tranne un bicchiere) assieme alla buccia grattugiata di un limone fino a poco prima dell'ebollizione (il latte deve fremere), e poi lasciare in infusione 10 min. In una terrina a parte lavorare zucchero, uova, e farina assieme al bicchiere di latte che avete conservato; raggiunta una consistenza spumosa, riaccendiamo il fuoco sul latte e cominciamo ad unirvi il composto di uova farina e zucchero. Aiutandovi con una frusta, amalgamate il composto evitando la formazione di grumi. La crema è pronta quando avrete raggiunto la consistenza desiderata (non la fate addensare troppo però).
Lasciate raffreddare per parecchio tempo coperto da pellicola trasparente.

NOTA: Se volete, prima di unire i due composti, potete filtrare il latte caldo per elimiare le scorzette di limone (un po' anti-estetiche); tuttavia io ce le ho lasciate perchè alla fine fano sempre profumo.

fase 2: preparare la crema di grano per il ripieno:

Cuocete il grano nel latte fino a raggiungere la consistenza di una crema. A me in genere mi occupa tutto il tempo della preparazione della crema pasticcera, quindi appena prima di tirar fuori le uova per la crema pasticcera, voi mettete sul fuoco il grano col latte e lasciate cuocere dando una mescolatina di tanto in tanto; quando è pronta la crema, all'incirca è pronto anche il grano.
Vi conviene preparare la sera prima le creme, così da lasciarle raffreddare bene.

fase 3: la frolla

Usiamo il solito metodo, ovvero amalgamiamo zucchero e strutto a crema, ed aggiungiamo una per una le uova; infine setacciamoci la farina, finchè l'assorbe. Lavoriamo poco e facciamo riposare in frigo per 30 min.
Non vi proccupate se la frolla non è dolce, è fatto apposta per non coprire il dolce del ripieno.

fase 4: il ripieno

A parte frullate ricotta e zucchero e quando il grano si è raffreddato, aggiungete la crema di ricotta. Unire ad uno ad uno i tuorli delle 6 uova e gli albumi montati a neve (metteteci anche gli albumi che avete scartato per la frolla, se non sapete che farci). Aggiungere gli aromi ed il cedro.
Mischiare crema pasticciera e grano aromatizzato e farne un unico pastone.

fase 5: composizione...


Togliete la frolla dal frigo, e ricavarne i 2/3, che andrete a stendere in una sfoglia molto ma molto sottile ed a posare su due teglie precedentemente imburrata ed infarinata. Le teglie classiche della pastiera sono quelle tonde in alluminio. Togliete il sur plus e andate a fare le strisce col restante 1/3 di frolla. Depositate sul fondo della frolla il ripieno e cospargete con il ripieno. Chiudete con le strisce e infornate a 180°.

Dilemma: quanto cuoce una pastiera? La mia ha cotto 2 ore esatte, però ad Ischia hanno solo il forno a gas, magari con quello elettrico riuscite a dimezzare i tempi. In ogni caso voi fate passare i primi 40 minuti senza problemi, e da quel momento in poi ogni tot andate a fare la prova dello stecchino...funziona sempre.



Aggiornamento del 06.04.2010: Ormai, dopo l'esperienza di ben 7 pastiere, mi son permessa di modificare leggermente la ricetta della nonna...l'ultima (servita proprio in occasione della Pasqua), è stata un successone!!!

sabato 20 febbraio 2010

Ancora a colazione insieme...


Bè, ormai avete capito che quando parto in quarta con una serie di ricette, non mi fermo più, e alla fin fine vi ripropongo la stessa per dieci volte, variando qualche ingrediente qua e là. Avrete inoltre capito che ho una sfrenata passione per i dolci da colazione quali cakes, biscotti, latti con caffè o cioccolati vari, eccetera.

Avevo ormai finito sia la cake alla banana, sia quella al caffè...e mo??? Cosa mi invento??? Googlato "Cakes da colazione", ho trovato tante cose carine, però niente che attirasse l'occhio (o meglio la linguetta golosa), finchè ho ri-trovato il blog di Semi di Papavero (che già conoscevo) e che mi proponeva dei carinissimi mini-cakes alla frutta (immaginate la mia faccetta a cartone animato giapponese mentre vi dico "carinissimi"), e ritrovandomi tra i piedi due kiwi che nessuno voleva papparsi, poveri e cari kiwi, mi sono dedicata a questa cosa strana:

Cake da Colazione al Kiwi

Ingredienti:
- 250 g di farina 00
- 2 uova
- 140 g di zucchero di canna (mascobado integrale)
- 110 g di burro
- 1 bustina di lievito per dolci
- 2 kiwi
- 1 punta di sale
- 1 cucchiaino di bicarbonato

Preparazione:
Lavorare le uova con lo zucchero ed in ultimo il burro fuso freddo. Dopo mettete in una terrina farina, lievito, bicarbonato e sale e setacciate a cucchiaiate nell'altro composto. Spellare e schiacciare i kiwi con una forchetta ed aggiungerli all'impasto. Amalgamare bene. Lavorare velocemente l'impasto e versare negli stampini livellando bene il composto. Infornare a 200° per 5 minuti, poi estrarre dal forno, guarnire con qualche fettina di kiwi che avete fatto avanzare e reinfornare per altri 10 min, e dopo questi abbassare la temperatura a 180° per i rimanenti 35 min.

Ovviamente la sottoscritta si è scordata di decorare con qualche fettina di kiwi e l'ha schiacciato tuuuuuutto quanto. C'è da dire un'altra cosa: lo zucchero che ho usato, è quello di cui vi ho parlato più e più volte dell'altromercato, che ha un sapore tutto suo; ecco nella cake si sentiva solo lui, mentre il kiwi era magicamente scomparso...Era ottimo uguale (anche questo è durato tre giorni al massimo invece che una settimana come premeditato), tuttavia usando uno zucchero meno aromatico e più leggero come il demerara , magari il kiwi sarebbe venuto a galla ogni tanto. Inoltre si sbriciola molto facilmente (avoja a dì a mio padre che la sbrisolona è un altro dolce, lui continuava a chiamare così il mio cake).
A presto, miei cari, e buona colazione!!!

mercoledì 17 febbraio 2010

Dopo il pranzetto in rosa, il pranzetto in...ORANGE!!!

La più celebre tra le vellutate è forse quella a base di zucca, chissà poi perchè. E' dolce è coccolante, ha rasserenato il nostro Sabato in famiglia: la prova del cuoco in sottofondo, io ai fornelli che inveivo contro Vissani, mio padre affamato che ogni tanto si affacciava in cucina e chiedeva quanto mancasse (finchè ad un certo punto non ha tirato fuori pane e salame e si è fatto il suo "antipasto"), ed infine mia madre che approfittando del mio momentaneo impegno mi aveva rubato il computer e si era messa a giocare. Quando nell'aria si intuiva la fine della cottura (in pratica si sentiva odore di zucca), si sono messi tutti ai loro posti come alla staffetta. Pronti i cucchiai...VIA!!!

Vellutata di Zucca & Feta
(circa 268 kcal per porzione)


Ingredienti (per 2/3 persone):
- 500 g di zucca pulita
- 1 cipolla dorata (ma anche il porro è ottimo)
- 2 patate piccole
- 150 g di feta
- latte q.b.
- zenzero in polvere
- noce moscata in polvere
- sale
- pepe

Procedimento:
Tagliare a tocchetti la zucca e le patate e affettare a dischi spessi la cipolla. Riunirli in una pentola ed aggiungere tanto latte fin quasi a coprire le verdure (un pochino meno altrimenti rischia di venire troppo liquida).
Portare a bollore, quindi ridurre il fuoco al minimo e coprire con un coperchio in modo da far cuocere bene le verdure per circa 30 min girandole con una cucchiaia di legno di tanto in tanto. Prima della fine della cottura aggiungere sale, pepe, zenzero e noce moscata.
Una volta ammorbidite le verdure passare il tutto al minipimer fino ad ottenere una crema liscia.
Ammontinate al centro di un piatto fondo i tocchetti di feta (circa 50 g a testa), e ricoprite con la vellutata calda.



Il pranzo tuttavia non si è concluso qui, perchè, mi dispiace per chi ne fosse convinto, ma il protagonista di questo lauto pranzo non era la vellutata bensì il:

Pane alla Zucca
(circa 98 kcal per fetta da 50 g)


Ingredienti:
- 250 g zucca mondata
- 125 ml latte
- 1 cucchiaino di zucchero
- 450 g farina tipo 0
- 3 cucchiai di burro
- 1 uovo
- 1 bustina di lievito di birra secco (o 25 g di quello fresco)
- salvia tritata (2 cucchiaini circa)
- rosmarino tritato (2 cucchiaini circa)
- noce moscata in polvere (1/2 cucchiaino circa)
- pepe
- 1 cucchiaino di sale

Preparazione:
In un bicchiere miscelate latte tiepido a 43° circa, assieme allo zucchero ed al lievito e lasciatelo riposare per 10 minuti, o finchè non si sarà formata la schiuma.
In una terrina mescolate la farina col sale; in un'altra terrina sbattete a spuma l'uovo assieme alle spezie ed al burro fuso.
Adesso versate lentamente il latte nella farina e amalgamate con un cucchiaio di legno, ed infine aggiungete l'uovo.
A parte frullate la zucca fino ad ottenere una purea, che andrete ad aggiungere all'impasto: la pasta dovrà risultare sì appiccicosa, ma malleabile.
A questo punto trasferite tutto su una spianatoia di legno e rassegnatevi a passare 10 minuti ad impastare violentemente questa palla di pasta, finchè non sarà liscia ed elastica; solo allora la metterete a riposare in una teglia unta in loco tiepido (nel forno precedentemente riscaldato e poi
spento per esempio, oppure sopra al termosifone, ecc) per 1 ora circa, o finchè non avrà raddoppiato le sue dimensioni.

CONSIGLIO: per chi come me non è capace di pensare a qualcos'altro per una intera ora se sta cucinando qualcosa, e che ogni 10 minuti andrebbe a stuzzicare la pasta, dico per il benessere suo e di tutta la sua famiglia: USCITE DI CASA!!!
Io ho acchiappato mia madre e ce ne siamo andate alla upim...diciamo che per un minuto o due di seguito son stata capace di non pensare al pane.

Bene, è trascorsa 1 ora, e il pane non è che sia cresciuto proprio così tanto, ma non demordete, è buono uguale.
Preriscaldate il forno a 180° ed imburrate uno stampo da plum cake lungo 30 cm circa. Riprendete la spianatoia e rotolateci sopra la pasta; sgonfiatela e lavoratela altri 5 minuti e finalmente infornatela dentro la teglia per circa 45 minuti.
Et voilà:


Abbinati la vellutata ed il pane...no comment. La notate la crosticina del pane??? E' venuta proprio come quella dei fornai veri!!! Ha fatto le venature colorate sulla superficie e la crosta spessa 2/3 mm, croccante fuori e morbido e gustoso dentro...ancora caldo è divino!!!
La ricetta della vellutata l'ho presa da qui mentre il pane è opera del Libro d'Oro dei Dolci (notare il paradosso di prendere la ricetta di un piatto salato da un libro di dolci)

sabato 13 febbraio 2010

Un pranzetto in...ROSA!!!

Non solo perchè eravamo tutte donne, bensì perchè il pranzo stesso era color rosa!!! E il tutto senza coloranti artificiali ;D
Ebbene, per la serie "Oddio è tempo d'esami!!!", la nostra eroina ha chiesto l'intervento delle sue super-compagne per combattere il mostro Calcolo 2 anche detto "La bestia".
La giornata è cominciata prestino: sveglia alle 7 del mattino e viaaaaaaa!!! Una fetta di Cake, una tazza di caffè e latte e di filato sotto la doccetta. Poi una spesa veloce al supermercato sotto casa ed infine in cucina a preparare il pranzetto per le mie dolci amiche (mi rendo conto che erano solo le 9 di mattina, ma così, aspettando loro, non perdevo tempo utile). Alle 10.30 era quasi tutto pronto, e precisamente in quel momento mi arriva uno squillo al cellulare: erano arrivate. Le vado a prendere alla fermata del bus ed andiamo a fare una colazione veloce al bar; infine torniamo a casa a combattere il nemico. In certi momenti ci facevamo tutte simultaneamente prendere dal panico pre-esame e cominciavamo a tirar fuori frasi del tipo: "No raga, non ce la faremo mai!!! Quel matto (il professore) ci distruggerà lentamente ed inesorabilmente"; poco dopo magari ci riusciva un esercizio ed allora ci confortavamo con dolci frasi consolatorie come: "Non è vero!!! Ce la siamo sempre cavata finora, non vedo perchè adesso non debba succedere la stessa cosa". Ed avanti così fino verso le 14 quando abbiamo deciso di pasticciare in cucina.

Pollo alla Crema di Rape
(circa 302 kcal per porzione)

Ingredienti (per 3 persone):
- 250 g di rape rosse pre-cotte (circa 2-3)
- 150 g ricotta di mucca (la pettinicchio...non pensavo fosse così buona!!!)
- 1 cipolla dorata
- 4/5 petti di pollo (circa 400 g)
- 1 cucchiaio d'olio
- sale & pepe

Preparazione:
Frullate le rape assieme alla ricotta (questo lo potete fare quando volete, poi lo conserverete in frigo e lo tirerete fuori al momento del bisogno).
Mettete a soffriggere la cipolla mondata e ridotta a fettine in una padella col cucchiaio d'olio e aggiungete un bicchiere d'acqua; lasciate sbollentare qualche minuto ed in seguito aggiungete la crema di rape. Lasciate amalgamare e nel frattempo tagliate a tocchetti il pollo. Aggiungete il pollo alla crema, salate, pepate e lasciate cuocere (assicuratevi che il pollo non sia rosato all'interno, dev'essere bianco, ed allora sarà cotto).





Vellutata di Rape Rosse & Mela Verde
(circa 232 kcal per porzione)


Ingredienti (per circa 6 persone):
- 800 g rape rosse precotte
- 3 patate di media grandezza
- 1 e 1/2 cipolla dorata
- 2 mele verdi
- 200 g ricotta
- 1 e 1/2 bicchiere di latte
- 3 cucchiaini rasi di miele
- sale

Preparazione:
Pulite patate e cipolle e, sbucciate la mela e fate tutto a tocchetti. Mettete in una pentola con le rape a pezzi coprite appena d’acqua (non affogatele altrimenti diventa troppo liquida, se necessitate d'acqua aggiungetela in cottura).
Fate bollire e spegnete appena le verdure sono tenere, magari controllate qualche tcchetto di patata con una forchetta: se entra bene è cotta; non prolungate troppo la cottura altrimenti vi ritroverete una vellutata poco rosea ma molto..."viola prugna marcia" come dice Sabrine.
Aggiungete il latte, la ricotta e il miele, aggiustate di sale e frullate tutto a lungo con il minipimer cercando di non lasciare grumi (il mio minipimer mi stava maledicendo...ogni tanto impennava ed usciva fuori dalla pentola gridandomi contro qualche insulto).
Mettete in frigo qualche ora (meglio tutta la notte però) e servitela tiepida o fredda.


Il pollo è stato un mio particolare attimo di follia...una cosa leggera da abbinare a quella curiosissima vellutata. Tuttavia è stato un esperimento molto ben riuscito, difatti l'ho proposto alla family la sera stessa, ed è stato molto apprezzato da tutti. La vellutata invece non è mia...non sono così tanto creativa, ed è invece della mia carissima Sabrine d'Aubergine, che mi ha già fatto assaggiare i sui favolosi Muffins alle Melanzane.

giovedì 11 febbraio 2010

E quando finì la Cake da Colazione alla Banana...

...fu creata la Cake da Colazione al Caffè!!!
Una ultra carica mattutina da abbinare ad un cappuccino home-maid, o ad un allegro tazzone di latte e caffè, o magari anche un veloce caffettino se dovete correre fuori di casa. Grazie a Paoletta ho ricevuto per la prima volta un sacco di complimenti da parte di papozzo mio...sono rari e preziosi, e stavo quasi pensando di registrarli ma ho desistito dall'impresa.
Vabbè in poche parole, per la colazione è stata usata poco (dato che colazione la faccio io sola e sono anche a dieta), ma piuttosto è stata usata a cena...molta ne è stata usata a cena. Una prelibatezza molto apprezzata, gustosa, che riempie la bocca con l'aroma del nostro amatissimo caffè.

Cake da Colazione al Caffè
(circa 286 kcal per 100 g, ovvero 57 kcal per fetta)

Ingredienti (per una teglia da plum cake da 30 cm):
- 200 g zucchero semolato
- 3 uova
- 150 g farina 00
- 100 g fecola
- 10 g livevito per dolci (avevo solo quello vanigliato)
- caffettiera da caffè per due
- 100 g burro
- 40 g olio di semi (avevo solo di arachide, ma è consigliato mais)
- caffè solubile a piacere (io 2/3 cucchiaini)

Preparazione:
Separate tuorli e albumi delle uova. Sbattete i tuorli con lo zucchero e un goccio di caffé, poi sempre aiutandovi con la frusta unite il burro fuso raffreddato. (NOTA: per raffreddarlo velocemente riempite d'acqua fredda il lavandino ed adagiatevi il pentolino in cui avete sciolto a bagnomaria il burro). Incorporate setacciati la farina, la fecola e il lievito e piano piano mescolate con il caffé ormai freddo nel quale avrete sciolto, quando era caldo, il caffé solubile.
Versate l'olio ed alla fine unite delicatamente gli albumi montati a neve ferma e versate nella forma da plum cake.
Infornate a 200° per 25 min, e poi abbassate a 180° per i restanti 20 min (questo per far sì che si alzi parecchio il plum cake e che formi una bella crosta croccante).


mercoledì 10 febbraio 2010

Una serata all'insegna del relax...


Mi rendo conto che il mio status di giovane NEO-ventenne mi imporrebbe di uscire il sabato sera, ad incrementare i miei rapporti sociali (specie nei confronti dell'altro sesso, data la mia condizione di single...maledetta società manipolatrice!!!).
Tuttavia io mi ribello a questi clichè, e quest'ultimo sabato sera ho propeso per una serata a base di candele profumate, grembiulino rosso e cucina casalinga. I miei sono usciti con una coppia di amici, così ho goduto di una dolcissima rilassante solitudine post-esami.
La scena è stata comica: stavo finendo di studiare qualcosa di Calcolo 2 quando i miei finalmente se ne sono andati; non appena sento chiudersi la porta d'ingresso, mollo la penna sul tavolo, chiudo il quaderno e scanso dalla scrivania tutti i libri; mi fiondo sotto la doccia e mi rilasso una ventina di minuti sotto l'acqua calda; mi asciugo i miei ribelli capelli rossicci e finalmente mi infilo pigiama e grembiulino: comincia l'avventura culinaria.
Come precedentemente detto ormai sto prendendo io stessa la forma di una vellutata, così ho voluto portare avanti questa modificazione genetica.
Come antipasto una favolosa:

Crema alle Melanzane
(circa 361 kcal per porzione)

Ingredienti (per 1 porzione):
- 1 melanzana di forma allungata
- 1 spicchio d’aglio
- 2 cucchiai d’olio extravergine di oliva
- 1 cucchiaio di mandorle affettate
- una manciata di prezzemolo tritato finemente
- sale & pepe

Preparazione:
Spuntate e dividete in due la melanzana. Ponetela su una teglia ricoperta di carta forno e praticate una griglia sulla superficie bianca della melanzana con un coltello. Levigate con un po' d'olio, salate e pepate.
Fate cuocere le melanzane per circa 3\4 d’ora in forno precedentemente riscaldato al massimo. A cottura ultimata, con un cucchiaio, ricavatene la polpa che andrete a frullare con l’olio extravergine di oliva e le mandorle fino ad ottenere una crema liscia e morbida. Mondate l’aglio, tritatelo finemente ed aggiungetelo alla crema, aggiustate di sale e date un'ultima frullata: cominciate la fase relax!!!


Come primo piatto, o piatto unico questa:

Zuppa di Finocchi
(circa 424 kcal per porzione)

Ingredienti (per una porzione):
- 300 g finocchio (circa mezzo)
- 150 g patate (circa una grossa)
- un cucchiaio raso di farina
- sale & pepe
- croste di parmigiano (o parmigiano grattugiato)
- 1 cucchiaio d'olio extra vergine d'oliva

Preparazione:
Tagliare a tocchetti sia il finocchio che la patata. Rosolarle in una casseruola sul cucchiaio d'olio; in un pentolino mettere a bollire dell'acqua e quando questa bolle aggiungerla ai finocchi ed alle patate. Far cuocere a fuoco vivo coperti per 30 minuti circa. Sciogliere un cucchiaio di farina in un bicchiere d'acqua e aggiungerlo alla minestra dopo questi 30 minuti. Aggiustate di sale e cuocere ancora cinque minuti fino al raggiungimento della giusta consistenza. Frullate e terminate con le croste di parmigiano tagliate a pezzetti e servite.


Ed infine un dessert, che però non ho gustato quella sera stessa, bensì ho portato alla nonna il giorno dopo:

Mini-Cakes all'Arancio & Cardamomo
con Salsa alla Vaniglia
(circa 258 kcal per 100 g + 97 kcal per porzione di salsa)

Ingredienti (per circa 6 cakes):
per le cakes:
- 125 g di farina
- 25 g fecola di patate
- 100 g di zucchero semolato
- 65 g di olio di semi d'arachide
- 1 uovo
- 1 cucchiaino di lievito per dolci
- succo e buccia di 1 arancia
- 5 baccellini di cardamomo
per la salsa alla vaniglia:
- 1/2 stecca di vaniglia (vaniglia fresca di Tahiti...che profuuuuumo!!!)
- 70 g zucchero semolato
- 3 tuorli
- 250 ml latte p.s.

Preparazione:
Lavorare l'uovo con lo zucchero, aggiungere la farina settacciata col lievito e con la fecola. Aprire i baccelli di cardamomo, estrarre i semi ed aggiungerli all'impasto (non avendo mortaio e pestello ho lasciato i semini interi, che per fortuna si riescono a masticare e sono piacevoli da trovare a sorpresa nell'impasto; tuttavia se potete polverizzateli), quindi unirli con la buccia grattugiata e il succo dell'arancio. Imburrare gli stampini per muffins (o se li avete in silicone versare direttamente), versarvi l'impasto e infornare a 200° per 20 minuti ed abbassare a 180° per i restanti 20 min.

Per preparare la salsa alla vaniglia, procedete così: Portate ad ebollizione il latte con la stecca di vaniglia, ed in un'altra casseruola amalgamate tuorli e zucchero con un cucchiaio di legno (non la frusta perchè il composto deve risultare morbido, non schiumoso).
Unite il latte caldo e mette sul fuoco molto basso fino quasi a raggiungere il bollore finchè la crema non velerà il cucchiaio.
Colate la salsa in una o più ciotoline col passino e spolverizzate con un po' di zucchero a velo e lasciate raffreddare.


Prima che mi dimentichi: la crema di melanzane e la zuppa di finocchi sono di deliziando, mentre i mini-cakes deliziosi sono di Zenzero&Cannella; infine la salsa alla vaniglia è tratta da "Ricettario di Pasticceria", A.A.V.V., Giunti editore.
Auguro anche a voi di ritrovare la pace dei sensi nell'accogliente mondo della cucina, perchè:

"Il cibo è l'unica cosa bella che nutre..."

By Richard Gere in Autumn in New York

Queste e molte altre creme e zuppe nella raccolta di Timo e Maggiorana:



domenica 7 febbraio 2010

Ancora vellutate


Ormai ogni volta che vedo una verdura...la frullo. Sarà che devo sfogare la mia rabbia repressa, o lo stress, o magari ce l'ho a morte con le verdure, chissà. O forse è colpa del concorso di Ale sulle zuppe, le minestre e le vellutate!!! Penso sia così, perchè da quando ho fatto la prima vellutata di verza & yogurt, non sono più riuscita a smettere...
Tra l'altro mi vado a cercare le cose più strane, tipo questa:

Crema di Broccoli & Pere Abate
(circa 195 kcal per porzione)


Ingredienti (per una porzione):
- 200 g cime di broccolo (già lessate)
- 1 pera abate
- 1 bicchiere d'acqua
- 1 cucchiaino di zucchero (di canna)
- 1 cucchiaino d'olio extra-vergine d'oliva
- sale

Preparazione:
Mettete a bollire l'acqua in una piccola casseruola. Aggiungete le cime di broccolo, salate e lasciate sbollentare per 5 min coprendo con un coperchio.
Nel frattempo lavate e sbucciate la pera, toglietele il torsolo e fate a tocchetti. In una padella anti-aderente mettete il cucchiaino d'olio e il cucchiaino di zucchero e quando caldi aggiungete la pera. Fate caramellare girando di tanto in tanto con una spatola di legno. Quando sarà pronta versate la pera nella casseruola col broccolo, lasciate amalgamare un minutino, spegnete il fuoco e frullate il tutto.
Impiattate e decorate con qualche cima di broccolo residua.
(In teoria la dolcezza di entrambi gli ingredienti sarebbe dovuta essere smorzata da una spolverata di bottarga o qualche tocchetto di Stilton Cheese, ma non avendo nessuno dei due mi sono accontentata di altri broccoli).


La ricetta è di Kja, che come al solito propone cose gustose e veramente originali.
Altrimenti se avete una porzioncina da 100 g di ricotta di mucca magra (e chi non ce l'ha, se siete a dieta T____T), potete allegramente frullarla assieme a dei pisellini congelati (che anche quelli sono nel congelatore dell'italiano medio XD). Un modo alternativo di mangiare le solite cose:

Vellutata di Piselli & Ricotta
(circa 346 kcal per porzione)

Ingredienti(per una porzione):
- 100 g piselli medi surgelati
- 100 g ricotta di mucca
- 1 porro
- 2 bicchieri di acqua tiepida
- 3/4 di cucchiaio d'olio extra vergine d'oliva
- 1 cucchiaino di curry
- sale & pepe

Preparazione:
Mettere a sbollentare in un bicchiere d'acqua l'olio ed il porro tagliato precedentemente a tocchetti; dopo 5 minuti aggiungere i piselli surgelati e la rimanente acqua; salate e coprite con un coperchio.Lasciate cuocere per 20 min a fiamma allegra, ed in seguito aggiustate di sale, aggiungete la ricotta, il curry ed il pepe. Lasciate amalgamare per altri 5 min ed infine togliete dal fuoco e frullate col frullatore ad immersione.
Impiatate ed accopagnate con pane abbrustolito.



Anche queste ricette parteciperanno al favoloso concorso di Timo & Maggiorana...spero che anche voi parteciperete senza però fissarvi come io ho fatto!!!



sabato 6 febbraio 2010

Quando mammà è ammattita


Mammà una sera che torna dal lavoro:
- Tesoro!!! Oggi girovagando su internet ho trovato una ricettina veramente sfiziosa!!! Uno di questi giorni la proviamo?
- Sì, d'accordo; di che si tratta?
- Uno splendido rotolo coi friarielli!!!
- Mmm sembra ottimo, come si fa?
- Tieni la ricetta *mi porge 4 fogli di ricetta corredata di foto*; oggi ho anche preso delle patate abruzzesi perfette!!!

Ma chi me l'ha fatto fare di accettare??? Dopo una giornata di duro e faticoso studio, che sono arrivata a sera con una fame tale che mi sarei divorata il monitor del computer, io e mammà (anche lei arrivata affamata alle 7 di sera dopo una giornata in ufficio) ci siamo messe a preparà sto benedetto rotolo. E' stato un suicidio.
Il sito da cui è stata colta la ricetta è questo. La nostra prova, la seguente:

Rotolo di Patate con Friarielli & Salsiccia
(circa 102 kcal per 100 g)

Ingredienti:
per il rotolo:
- 600 g patate farinose (io ho usato quelle abruzzesi)
- 100 g farina 00
- 2 uova
per il ripieno:
- 2 salsiccie
- 2 mazzetti di friarielli
- 150 g mozzarella
- 1 uovo
- 1 spicchio d'aglio
- sale & peperoncino
- olio extra vergine d'oliva q.b.

Preparazione:
Prepariamo il ripieno:
Lavate e sbucciate le patate e mettele in pentola a pressione.
A chi non sapesse come usare la pentola a pressione:
Mettete il cestello rialzato e riempite d'acqua la pentola senza che l'acqua arrivi al cestello; riempite il cestello con le patate tagliate a tocchetti di modo però da chiudere la pentola. Chiudete la pentola e mettete sul fuoco. Quando comincia a fischiare abbassate leggermente la fiamma, lasciate cuocere altri 4 minuti togliete dal fuoco e fate svaporare.
Se non siete in possesso di pentola a pressione, fate bollire le patate in acqua per circa 20 min; quando, infilandovi una forchetta, ne uscirà facilmente, allora la patata sarà cotta.
Mentre cuocete le patate, mettete in padella a soffriggere aglio, peperoncino ed i frialielli lavati. Coprite con un coperchio e lasciate cuocere. Salate, girateli di tanto in tanto, e quando avranno dimezzato il loro volume aggiungete la salsiccia sbriciolata; eliminate lo spicchio d'aglio ed aggiungete la mozzarella anch'essa a tocchi. Lasciate sciogliere e togliete dal fuoco.

Prepariamo la pasta di patate:
Schiacciate le patate e aggiungete farina, uova, sale e pepe. Amalgamate fino ad ottenere un impasto compatto, che poi andrete a stendere (con le mani e non col mattarello) su carta forno infarinata.
Stendete il ripieno sulla pasta di pane lasciando un paio di cm liberi ai bordi; sbattete l'uovo in un piatto e spalmatelo sul ripieno.

Bene, il rotolo è pronto per essere arrotolato. Piano piano prendete il lembo più esterno della pasta e arrotolatelo verso l'interno facendo attenzione che non si sia attaccato alla carta (se così fosse aiutatevi con una spatola metallica). Finita questa operazione, chiudete il rotolo nella carta forno ed "insalsicciatelo" con uno spago.
Prendere una pentola dai bordi bassi, riempitela d'acqua e fate bollire; quando bolle, adagiarvi il rotolo e coprire con un coperchio. Fate cuocere per 30 min (magari a metà cottura giratelo).


Finita questa luuuuunga mezz'ora togliete dall'acqua, scartate il salame, appoggiare su una teglia anch'essa rivestita da carta forno, tagliate a fette, spennellate d'olio e infornate per 10 minuti.

Finalmente è prontooooooooo!!! Accidenti ho dovuto aspettare anche che si freddasse, perchè appena tolto dal forno non rende. Ne ho lasciato un paio di fette così da poterle fotografare il giorno dopo, così, eccovi questo rotolo/suicidio (tra un po' mi impiccavo con lo spago con cui l'ho "insalsicciato"). Almeno era buono...fatica non sprecata...



venerdì 5 febbraio 2010

Monologo Interiore


Ore 7.00 del mattino: la sveglia suona. Ma dov'è, in genere era sempre qui...oh mamma non la trovo, accidenti mi sta trapanando il cervello, basta! Ah eccola, era nel solito posto...eppure sembra più lontana. Ah....che meraviglia, il silenzio. Pace. Scanso le coperte col braccio e scavallo una gamba fuori dal letto. La raggiunge l'altra. Resto seduta, sbadiglio e smuovo i capelli cercando di capire se il cuscino sia stato loro fatale. Infilo le ciabatte di lana sopra i calzettoni antiscivolo della notte, mi infilo
la felpa calda calda, e mi dirigo verso la cucina, dove c'è già qualcuno sveglio da una mezz'oretta circa. Non bado a nessuno, non esiste nessuno, ci siamo solo io, ed il mio latte. Lo prendo dal frigo, controllo la data di scadenza e ne verso la quantità giusta nel pentolino. Metto sul fuoco. Controllo che non sia già stato finito il caffè da qualche bestiola caffeinomane e puntualmente come ogni mattina, è finito il caffè. Svuoto la macchinetta, la sciacquo, la riempio ed infine la metto sull'altro fornello. Aspetto. Aspetto di sentire quel rumore, sì proprio quello che mi piace tanto, dell'acqua nel fornelletto della moka che ormai sta bollendo, e che vuole salire su nel caminetto della macchinetta per poi sprizzare fuori inondando la cucina dell'aroma del caffè. Nel frattempo il latte è caldo, lo monto e lo verso nella tazza dei Beatles che ho comprato da Madame Toussaud's (piccolo flashback quotidiano). Intanto il caffè è uscito, e la bestiola di prima già lo punta da lontano, ma io la precedo e macchio il mio cappuccino home-maid. Cucchiaino di zucchero mascobado, ed è pronto. Mi dirigo allora verso il tavolo, dove mi sta aspettando. Sì lei, proprio lei: la mia Cake da colazione alla Banana. Ne taglio due fette, le adagio sul piattino bianco candido di cui ultimamente mi sono innamorata, e me ne vado in camera.
Giro il cappuccino. Spezzo la cake. Inzuppo. Porto alla bocca.

Cake da colazione alla Banana
(circa 236 kcal per 100 g, ovvero 100 kcal per due fette)

Ingredienti (per uno stampo da plum cake di 30 cm):
- 50 g di burro morbido a temperatura ambiente
- 100 g di zucchero
- 7.5 g di lievito
- 100 g di farina
- 150 g di banane molto mature
- 10 g di rum
- 1 uova intere
- 150 g di albumi
- 1/2 limone
- un nulla di sale

Preparazione:
Frullare le banane con il succo del limone e aggiungere il rum. Lavorare a spuma* il burro e aggiungere 50 g di zucchero, mescolando con cura fino ad avere un composto molto soffice. Unire le uova, poco per volta ed aggiungere il resto dopo aver amalgamato bene la parte precedente. Unire, mescolando con una spatola, poco per volta, la farina setacciata con il lievito ed il nulla di sale ed ultimare con le banane frullate. Montare a neve gli albumi con i restanti 50 g di zucchero fino ad avere una meringa ben soda. Aggiungerli al composto con molta cura. Versare in uno stampo da plum cake ed infornare a 180°C fino a completa doratura (circa 40 min).


*Lavorare a spuma, o a pomata: prendere una spatola di legno ed in una terrina, decomporre il burro; ovvero spezzarlo,e ri-amalgamarlo fino ad ottenere un composto morbido e spumoso.

La ricetta è di Pinella, ed è già la seconda...un cake semplice ma ricco e soprattutto coccolone. Mi frulla in testa dalla prima volta che ho visto Love Actually (film con un cast molto vario, ed una trama a mio parere banale XD), dove Keira Knightley, interpretando una novella e stravagante sposa che ha fatto innamorare il migliore amico del suo fresco fresco maritino, si presenta a casa di quest'amico dicendo:



"-Torta di Banane?
-No
-Meno male...mi avresti spezzato il cuore se avessi detto sì!!!"

Da allora (circa 3/4 anni) ho il puntello fisso della Torta alle Banane...sì lo so arrivo sempre dopo.

giovedì 4 febbraio 2010

Una crema...storica???


Quando l'ho letto su questo sito sono scoppiata a ridere. Ho trovato la ricetta semplificata sul Cucchiaio d'Argento, che stavolta non mi ha delusa stranamente, ed il nome mi ha subito incuriosito (chi non ha visto Asia Argento in Marie-Antoinette???).



Così sono corsa a fare una mini ricerca internettica sulla storia di questa crema. Di quale crema sto parlando???

Crema alla du Barry
(circa 233 kcal per porzione)

Ingredienti (per una porzione):
- 200 g cime di broccolo
- 100 g patate
- 200 ml latte (parzialmente scremato)
- sale
- prezzemolo

Preparazione:
Bollire in acqua salata per 10 min circa le cime di broccolo già pulite, scolarle e versarle in una casseruola assieme al latte ed alla patata sbucciata a freddo e tagliata a tocchetti. Aggiustate di sale.
Lasciate sbollentare per 15/20 min; vi accorgerete da soli che la crema è al punto giusto quando il latte si addensa (attenzione alle patate, controllate con una forchetta che siano cotte). Togliete dal fuoco e frullate col frullatore ad immersione, impiattate e spolverate con prezzemolo lavato, asciugato e tritato.



"alla du Barry", si chiama in questo modo il contorno per le carni rosse costituito da cavolfiore, inzuppato di salsa Mornay, cosparso di parmigiano e poi gratinato. Chiamano Du-Barry tutte le pietanze a base di cavolfiori. Esempio Minestra alla du Barry, Bistecca di vitello Du Barry con cavolfiore etc…

Ecco cos'ho trovato circa la storia di una delle dame più chiacchierate del '700:
Marie-Jeanne Bécu contessa du Barry, detta l’angelo (1746-1793), per la sua bellezza e perché figlia naturale di un monaco, frère Ange e di una “signorina” Anne Bécu di Cantigny, è tra le più popolari cortigiane di Francia.
La du Barry, a differenza di Jeanne-Antoniette Poisson, più conosciuta come la marchesa de Pompadour, non si occupò mai di politica per dedicarsi meglio alle arti e alla deboscia. Questa preparazione a lei dedicata aveva due scopi, di far mangiare un re senza denti e di sfruttare le facoltà del cavolfiore di ridare un po’ di virilità agli uomini stanchi, cosi’ si pensava. In realtà Luigi non la voleva più nel suo letto perché, come dicevano le malelingue alimentate dalla principessa Maria Antonietta, petava tutta la notte disturbando il regale sonno.

...AHAHAHAHAHAH!!! Bè magari non ci pensate a questo mentre la cucinate...

lunedì 1 febbraio 2010

La mia prima vellutata


Ebbene, oggi a Roma la giornata è tersa, priva di nubi e con un cielo tanto, troppo azzurro...tuttavia fa un freddo canaglia che mi sta gelando le ossa. Finalmente mi sono decisa a comprare un paio di cipollone dorate, dato che in casa mia esistono solo cipolle rosse di tropea, e mi ritrovo con una scorta di verza non indifferente grazie alla cara nonnina, che in un modo o nell'altro mi pensa sempre.
Allora mi sono dedicata alla preparazione della mia prima vellutata così da poter partecipare al concorso di Timo e Maggiorana con:

Vellutata di Verza & Yogurt
(circa 190 kcal per porzione)

Ingredienti (per 1 porzione):
- 150 g verza (già lessata)
- 3 cucchiai di yogurt
- 1 cucchiaio d'olio
- 1 e 1/2 bicchiere d'acqua
- 1/2 cipolla dorata
- 1 carota
- timo
- noce moscata
- basilico
- sale & pepe

Preparazione:
Prendete una casseruola in cui metterete inizialmente 1/2 bicchiere d'acqua, il cucchiaio d'olio, la cipolla a tocchetti, e la carota a rondelle. Fate bollire.
Quando l'acqua si colora grazie alla cipolla aggiungete tutte le spezie e lasciate amalgamare a fiamma alta. Infine versate la verza ed il restante bicchiere d'acqua, aggiustate di sale, e lasciate bollire ancora 5 minuti girando con un mestolo di legno di tanto in tanto.
Infine, quando l'acqua si sarà un po' asciugata, spegnete il fuoco e frullate il tutto col frullatore ad immersione.
Servite calda in piatto fondo e se volete decorate con un filo di yogurt o olio a crudo; accompagnate con crostoni di pane abbrustolito.



NOTA: Personalmente avevo della verza già lessata, ma stasera riproporrò la ricetta alla family e la dovrò lessare nuovamente; in questo caso riempite per metà una pentola d'acqua e metteteci la cipolla e la carota e la verza tagliata a tocchetti (dopo aver eliminato il cuore che è duro). Salate e lasciate bollire finche non raggiungerà la morbidezza desiderata. Infine aggiungete nella pentola stessa i restanti ingredienti, e se ci dovesse essere troppa acqua toglietela con un mestolo (vi consiglio di conservarla temporaneamente in un pentolino perchè potreste averne bisogno nel caso si asciugasse troppo il composto); procedete infine come da copione.

Provate anche voi a patecipare al contest di Timo e Maggiorana, tanto la scadenza è a Marzo inoltrato, e suppongo che il freddo ci farà compagnia ancora per un bel po' di tempo:



Facendo la conoscenza di Pinella...


Girando per blog ho sempre sentito parlare di lei come il non plus ultra della food-blogsfera, tuttavia non mi sono mai impegnata per cercarla...
L'altro giorno cercavo la ricetta per una crostata al cioccolato da portare ai miei amici, o per meglio dire cercavo una bella crema al cioccolato da abbinare ad una qualsivogia frolla, e così facendo mi sono ritrovata in questo luogo di armonia e semplicità che si chiama I dolci di Pinella...ho passato un po' di giorni in sua compagnia sfogliando virtualmente le pagine del suo blog, ed ho ovviamente trovato ciò che ero andata cercando:

Crostata al Cioccolato:
(circa 327 kcal per 100 g)

Ingredienti:
Per la frolla:
- 500 g di farina
- 250 g di burro
- 200 g di zucchero a velo
- 4 tuorli
- 2 cucchiaini di lievito
- scorza grattugiata d’arancia oppure mezza bacca di vaniglia
- sale

Per la crema al cioccolato :
- 200 g di zucchero
- 200 g di cioccolato fondente al 70%
- 100 g di farina
- 60 g di burro
- 1 litro di latte
- 1 bicchierino di rum

Preparazione:
Preparare la pasta frolla:
Intridere il burro con lo zucchero al velo, unire i tuorli, la scorza dell’arancia oppure l'interno della bacca di vaniglia ed infine la farina setacciata con il lievito ed un pizzico di sale. Impastare velocemente il tutto formando una palla. Avvolgerla in pellicola trasparente e lasciarla riposare mezz’ora in frigorifero.
Imburrare ed infarinare una tortiera per crostate e rivestirla con la frolla alta ½ cm. Coprire con un foglio di carta forno e depositarci dei fagioli o dei pesetti d’alluminio (non avendo nè gli uni nè gli altri, ho usato delle lenticchie che a mammà non gustavano). Cuocere a 175°C per circa 10 minuti.

Preparare la crema:
Durante la mezz'ora che la frolla riposa in frigo io in genere aspetto davanti al frigo, e lo sgrido perchè è troppo lento nel rinfrescare la mia frolla. Però stavolta invece di occuparmi del frigo ho voluto preparare la crema...
Riunire in una casseruola la farina, lo zucchero, il cioccolato grattugiato (o spezzettato, se volete far prima) e mettere sul fuoco a fiamma bassa. Unire, poco per volta, il latte caldo che avete riscaldato in un'altra pentola. Cuocere la crema mescolando continuamente fino ad addensarsi, quindi toglierla dal fuoco, aggiungervi il rum ed il burro crudo ed amalgamare. Lasciarla raffreddare mescolando ogni tanto.

Togliere la carta forno dalla base di frolla con il suo contenuto di fagioli o pesetti (o lenticchie nel mio caso). Versare la crema. Ripassare la crostata in forno per 5 minuti. Stendere delle strisce di pasta frolla a formare una griglia (o qualsivoglia forma...io ho fatto dei cuoricini).
Passare in forno caldo a 175°C per circa 40 minuti.*
Durante la cottura , fare attenzione che la crema non raggiunga il bollore magari coprendo la superficie del dolce con una teglia da biscotti.





*Mettendo subito la griglia di pasta frolla sulla crema, si rischia che essa affondi; così facendo invece, la crema si rassoda in forno per 5 min così che non inglobi la frolla.

NOTA: Le quantità sono esagerte per una sola crostata, infatti come prima cosa ho usato una crostatiera di 28 cm di diametro, ed inoltre ho preparato dei frollini, un'altra mini crostata rettangolare, e 6 tortini; questi ultimi li ho fatto con dei cerchi di frolla (5 cm di diametro circa) spinti sul fondo delle formine per muffins e farciti di crema al cioccolato (decorati infine con un'amarena sciroppata...lo so sono fissata :D).
Tutto questo per dirvi: sentitevi liberi di dimezzare le dosi.

Un ricetta semplice, all'apparenza banale, ma di un gusto sopraffino: una frolla profumata all'arancia abbinata ad una crema di cioccolato aromatizzata al rum...sono sempre più convinta anch'io (come Pinella d'altronde) che la frolla sia una delle preparazioni che preferisco: amo le crostate ripiene, quelle con uno strato solo, i frollini in tutte le salse, la frolla cruda da sola...tutto.
In ogni caso è un dolce perfetto per concludere una giornata di riposo: pomeriggio al cinema a vedere Nine con le amiche, e cena a casa loro a base di lasagna ai funghi (io ricottina e carote...T___T) e crostata per concludere, ed infine altro film a casa del mio migliore amico (mi sono vista Harry Potter e l'Ordine della Fenice per l'ennesima volta...e mi sono pure addormita). Alle 4 di mattina ero nuovamente a casa, tra le mie lenzuola colorate a sognare la crostata.